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Meditazione Anapanasati


Buddha inventò un metodo per creare dentro di sé un intimo “sole“ di consapevolezza, ed è una delle tecniche più potenti ed efficaci.


Essa non si limita infatti a creare un’intima consapevolezza, ma è tale da far sì che, simultaneamente, questa si diffonda nel corpo fino a compenetrare di sé le cellule più remote, la totalità dell’essere individuale.


Il metodo escogitato da Buddha è noto come  anapanasati yoga,  lo yoga della consapevolezza dell’inspirazione e dell’espirazione, dell’ingresso e dell’egresso del “respiro”.

Noi respiriamo, ma la nostra attività respiratoria è inconscia.

Il  respiro è  prana, il respiro è l’élan vital  (“la vitalità, la vita vera”), eppure è inconscio. Non avete coscienza della vostra attività respiratoria; e se tale consapevolezza fosse necessaria per respirare, non sopravvivereste a lungo.

Presto o tardi finireste per dimenticarvene. Non è possibile continuare a ricordarsi di tutto.


La respirazione è una connessione fra i nostri sistemi volontario ed involontario. Possiamo controllarla in una certa misura, possiamo anche trattenere il fiato per un po’, ma ci è impossibile arrestare permanentemente l’attività respiratoria.


Anche in coma da mesi, continueremo nondimeno a respirare.

E’ un meccanismo inconscio.

Buddha usa la respirazione per perseguire simultaneamente due finalità: l’una è la creazione della coscienza e l’altra tende invece a far sì che tale coscienza vada a compenetrare di sé le stesse cellule del corpo fisico.


In questa meditazione vi guido a portare consapevolezza al respiro, del suo ritmo, noto anche come anapanasati Yoga.



Con voi, con spirito di Servizio,

Federica



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